Usa 2016, Clinton ad Atlantic City attacca gli affari di Trump

Atlantic City (askanews) – Hillary Clinton si prepara ad attaccare Donald Trump sul suo terreno di gioco preferito: gli affari. E lo farà proprio da Atlantic City, città teatro dei primi successi dell’imprenditore e dei suoi più grandi fallimenti. Il comizio della candidata democratica alla Casa Bianca avverrà all’ombra di casinò come il Taj Mahal su cui ancora campeggia il nome di Trump, nonostante non gli appartenga più da tempo. Aperto nel 1984, fallì dopo appena un anno. But how common is erectile dysfunction, and how is it normally treated. viagra stores How do I start? Where do I begin?” Here tadalafil without prescriptions are some suggestions for you to find your “happy” and become a safe driver on the road. This is one of the natural asthma cures that works to prescription free viagra reduce the intake of medication by relaxing the smooth muscle. A man should consume this tablet 2 hours before getting indulged tadalafil cheap into sexual activities to ensure its proper absorption. Così come hanno dichiarato bancarotta gli altri due casinò del candidato repubblicano. Una storia che secondo Trump racconta la sua capacità di intuire la crisi e tirarsene fuori in tempo.
Non la vedono così i suoi ex dipendenti, come Frank Halfhide.
“Che razza di salvatore è, ora lui dice ‘Ho capito quando Atlantic City stava fallendo e me ne sono andato’, e perché non è rimasto? Cosa ha intenzione di fare quando gli Stati Uniti saranno in difficoltà?”
Altri ricordano i fasti dei tempi d’oro. Kimura lavorava al Plaza ultimo casinò di Trump in ordine di tempo a chiudere, ora un enorme edificio vuoto sul lungomare.
“Era come un eroe ad Atlantic City, il suo nome era molto considerato, ha portato sfarzo e glamour. Qui ho preso il bonus di Natale più sostanzioso che abbia mai avuto, non ho lamentele su Trump”.
Ma Hillary Clinton è pronta a ricordare a tutti che se Trump ha intenzione di “fare per il Paese quello che ha fatto per i suoi affari”, come spesso ha ripetuto il candidato repubblicano in campagna elettorale, non è detto che sia un bene per gli Stati Uniti.

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